RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - Violenze al G8 oggi prima sentenza dopo sei anni
Genova, 14 Dicembre 2007
Centri sociali mobilitati per un volantinaggio
nei vicoli. Le richieste
dei pm: 200 anni
di carcere per 25 imputati
L'allerta è scattata alla Digos ieri nel primo pomeriggio, quando
il "Centro di documentazione proletaria Borgorosso" ha messo on-line la "convocazione" per oggi alle 18 in piazza Raibetta, nel centro storico di
Genova. «Venerdì 14 dicembre - si leggeva nella home-page - è prevista la
sentenza nel processo di primo grado per la mobilitazione contro il G8 del
luglio 2001. I pm Anna Canepa e Andrea Canciani hanno chiesto più di 200
anni di condanna per i 25 imputati, e invitiamo chiunque voglia
mobilitarsi sul proprio territorio a esprimere il rifiuto a qualsiasi
ipotesi di condanna. Diamo appuntamento per un volantinaggio itinerante
nei vicoli». Oggi potrebbe davvero essere il giorno del giudizio per i manifestanti accusati di devastazione e saccheggio dopo i fatti del luglio
2001: terminate le arringhe della difesa, i pubblici ministeri hanno
confermato che non sosterranno controrepliche e il tribunale - presieduto
da Marco Devoto - si ritirerà in camera di consiglio già dal mattino,
sebbene il pronunciamento sia atteso per il tardo pomeriggio. Sarebbe la
prima sentenza per i fatti del G8.
L'auspicio dei sostituti procuratori, espresso all' inizio della
requisitoria, è che si possa arrivare «almeno» a una verità giudiziaria.
«Per l'altra verità - hanno sottolineato - quella con l'iniziale
maiuscola, non ci sono speranze. Sei anni dopo attendiamo inutilmente
l'assunzione di responsabilità dei protagonisti di quei giorni: l'autorità
di governo, i vertici della polizia, le frange più violente dei noglobal».
E però le proposte di condanna sono state durissime, addirittura superiori
ai tredici anni per Marina Cugnaschi, Alberto Funaro e Francesco Puglisi
(i dimostranti che nella mattinata del 20 luglio, giorno in cui fu ucciso
Giuliani, parteciparono alle devastazioni di vetrine e negozi ed erano
ricondubicili secondo la polizia all'area anarco-insurrezionalista). Per
Massimiliano Monai invece, il barista genovese noto come "l'uomo con la
trave", fotografato mentre tenta di colpire con una barra di legno il
Defender da cui sparò Placanica in piazza Alimonda, sono stati richiesti
nove anni, e comunque mai la pena ipotizzata è inferiore ai sei.
Ezio Menzione, uno dei legali della difesa, ha sostenuto nell'arringa
introduttiva «a nome di tutti i colleghi» che il «processo è politico». Ha
quindi criticato lo Stato che, come parte civile, «ha chiesto i danni
morali e materiali agli imputati, oltre ad aver contestato il reato di
devastazione e saccheggio attribuendolo indistintamente a tutti». «Gli
episodi di violenza ci sono stati - ha infine aggiunto - ma non si
configurano in quel tipo di addebito; piuttosto in danneggiamenti, furti e
resistenza a pubblico ufficiale». Molti difensori hanno chiesto
l'assoluzione.
Prosegue nel frattempo il processo ai poliziotti accusati dei pestaggi
alla Diaz. Ieri è stato ascoltato un teste che ha parlato della presenza
dei black-bloc nella zona di Albaro nei giorni degli scontri. «Ricordo che
venerdì 20 - ha raccontato Marco G., un residente - verso l' ora di pranzo
ho visto che alcuni giovani mascherati con passamontagna e vestiti di nero
stavano arrivando da via Trento per dirigersi forse verso via Cocito».
«Sabato invece - ha proseguito - ho visto una trentina di persone a capo
scoperto e vestite di nero guidate da uno strano capo che teneva in mano
una palma. Dei giovani li seguivano percuotendo una sorta di tamburo».
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